Aquila del Torre Oasi del Piacere
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17 Settembre 2020Marchesi di Montalto solo Pinot Nero & Riesling
Marchesi di Montalto. Solo Riesling e Pinot Nero. Sono i due vitigni che amo di più, insieme a Sangiovese e Nebbiolo. Direte che mi piace giocare facile. In realtà sono i vitigni che vent’anni fa non riuscivo ad apprezzare. Certo, la gran parte dei vini da uve Sangiovese e Nebbiolo non erano proprio uguali a quelli attuali, mentre per il Pinot Nero e Riesling da sempre avevamo forti punti di riferimento: Borgogna e Mosella. La difficoltà personale di apprezzare il Pinot Nero, ma soprattutto il Riesling non è stata passeggera e proprio per questo ho voluto fin dall’inizio approfondire e capire le differenze delle loro zone di produzione e come lavorano i singoli produttori. E le differenze sono abissali.
Da anni ho osservato anche la produzione dei vari Pinot Neri toscani e, a parte qualche eccezione, ritenevo che in Toscana sarebbe stato meglio abbandonare l’idea; ma negli ultimi anni ho notato grande miglioramento. Da sempre il mio preferito toscano è Cuna di Federico Staderini.
In Trentino-Alto Adige, la zona italiana per eccellenza per la produzione del Pinot Nero, cercavo inizialmente di trovare grande complessità erroneamente paragonando i suoi vini a quelli di Borgogna. Ovvio che il concetto di partenza era sbagliato. Dopo una lunga ricerca ho stabilito la mia brevissima classifica dei miei preferiti: Stroblhof, Dalzocchio e Abraham (riguardo all’ultimo credo ci sia stato il passaggio di proprietà abbastanza recente e l’ultima annata dei miei assaggi è stata 2012).
Ma non si può di certo dire che assomigliano a quelli di Borgogna. Meravigliosi, territoriali, molto ben fatti, personalmente li adoro e se potessi li berrei tutti i giorni. Ma quel che credevo non fosse possibile è riprodurre in Italia il Pinot Nero come quello francese. La stessa cosa vale per i Riesling, dove quelli di Mosella spiccano per la loro eccellenza e complessità.
Ma per mia enorme sorpresa mi sono dovuta ricredere: Gabriele Marchesi ce l’ha fatta. La complessità, la franchezza, i tratti tipici così caratterizzanti dei vini di Borgogna e Mosella lui è riuscito a riportarli esattamente nei suoi vini, e siamo nell’Oltrepò Pavese.
Sorvoliamo il capitolo dei vini dell’Oltrepò, anche perché i vini di Marchesi di Montalto, sebbene ci troviamo nella Valle del Riesling, sono dei veri outsider. Quello che Gabriele è riuscito a ricreare si “stacca” di dieci marce da quel che è il modo tradizionale di coltivare e i risultati che ha ottenuto mi hanno sbalordito. Un progetto di valorizzazione del Pinot Nero e del Riesling Renano veramente straordinario, come idea, impegno e capacità di realizzarlo, oltre alla collaborazione stretta con dei produttori nelle loro terre di origine.
Tutto nasce da una ricerca approfondita sui cloni, sui metodi della loro coltivazione, vinificazione e affinamento. Ma parte tutto soprattutto dalla selezione dei cloni, esattamente quelli di Borgogna e di Mosella. Ogni vino di Marchesi di Montalto rappresenta un clone differente, con la sua unica personalità le sue caratteristiche distintive, la sua capacità espressiva.
Il Pinot Nero viene prodotto qui sia nella versione ferma che spumantizzata. Mentre i Riesling nella versione ferma, oltre alla Grappa di Riesling che viene distillata da un rivoluzionario produttore: Capovilla, riguardo al quale spenderò due parole più tardi.
Pinot Nero Metodo Classico
Organza Brut, ottenuto da uve Pinot Nero e Riesling è quello dai sentori più bizzarri, un 18 mesi sui lieviti. Bottiglia con quelle trasparenze di un’organza risplendono la sontuosità, la freschezza e la piacevolezza di questo gradevolissimo e avvolgente nettare. Unico sans année. Perfetto da aperitivo o abbinato al pesce crudo come ricciola o altri pesci bianchi.
Costagrossa Brut, vendemmia 2014, fa 36 mesi sui lieviti, proveniente dall’omonima vigna, rispecchia completamente sia il vitigno che il terroir. Pinot Nero gentile ma complesso e senza note spigolose da diventare un vino estremamente versatile nei suoi abbinamenti.
Costadelvento Cruasè Brut, sempre da Pinot Nero 24 mesi sui lieviti, si presenta nella sua deliziosa veste rosata, o meglio, “naturalmente rosé”. Il Marchio Cruasé appartiene al Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese che identifica l’Oltrepò Pavese DOCG Metodo Classico rosé che nasce dalla fusione tra “cru” e “rosé”. Notevole struttura sostenuta da grande freschezza, mi verrebbe ad abbinarlo al salmone canadese selvatico, galantina di faraona al melograno, ma anche fagiano o lepre, oppure anatra: una deliziosa canette da pelle caramelizzata (o laccata se vi suona più familiare), pura poesia.
E poi R.D. 2009 Cuvèecento Extra Brut, complessissimo Pinot Nero dal colore rosso profondo con i suoi 100 mesi sui lieviti. Frutto delle Vecchie Vigne, un omaggio al fondatore che nel 1952 impiantò le prime barbatelle di Pinot Nero da cloni francesi. Unico nel suo genere, mi ricorda le note del Pinot Nero fermo con la sua incredibile complessità e alternarsi delle note di frutta a bacca rossa. Perfetto con il filetto di capriolo o cervo, formaggi complessi, anche se su abbinamento formaggi non mi esprimo molto ma consiglio sempre di tentare vari azzardi. E poi assolutamente sul piccione, rosa ovviamente: petto rosa e coscette caramellate. Per me quest’ultimo è un abbinamento da sogno, nel mio immaginario ovviamente, ma un giorno li tenterò, spero, tutti.
Staccando dalle bollicine, che hanno scatenato la mia di per sé effervescente ma altrettanto volatile immaginazione, un tuffo nel meraviglioso mondo del Riesling. La mia passione ormai da anni: ho avuto l’immensa fortuna di conoscere diversi produttori personalmente, assaggiare tantissime “vecchie annate” e soprattutto vivere un’esperienza così indimenticabile come un giro in elicottero sopra i vigneti di Rheingau.
Per me è stato a dir poco inaspettato ritrovare i profumi di quei Riesling in quelli prodotti qui a Montalto.
Riesling Se.C. DOC Superiore ’18, proviene da un clone Mosel Heinz 65, ne regala tutta la sua complessità della fragranza, palato molto pieno e avvolgente, un bouquet immenso con le note nette tipiche di idrocarburo, ma anche fruttate e floreali. Da quel che ho notato, se negli altri Riesling inizialmente queste note così ricche ci mettono più tempo a sprigionarsi, in questa bottiglia ho trovato questa esplosione già da subito: ciò non significa che il vino è più pronto, infatti ha una bellissima spalla acida che gli permetterà di evolversi in modo straordinario. Da bere “giovane” preferisco decisamente questo Riesling. Lo berrei con il baccalà mantecato su un crostino di polenta bianca fine e caldo.
Riesling V.T. DOC ’18 è una vendemmia tardiva, raccolto verso la metà ottobre. La sovramaturazione, la criomacerazione sulle bucce e i lunghi affinamenti prima in acciaio e poi in bottiglia ci regalano questo nettare divino così straordinario. Da provare con formaggi erborinati più classici, mentre io lo berrei con il fegato grasso, se preferite foie gras, sia nella versione terrina sapientemente fatta, che scaloppa, che personalmente preparerei con la stessa uva passita, per mantenere un perfetto equilibrio sensoriale: lasciatemi sognare.
Riesling V.T.B. Riès DOC ’13, frutto delle Vecchia Vigna Pezzolo e ottenuto da Riesling Renano con aggiunta di una minima parte di Moscato Bianco, viene raccolto nel tardo novembre dalle bacche tardive rivestite da muffa nobile e prodotto solo nelle migliori annate. Qui il ventaglio sensoriale ha una ricchezza e profondità che ci vorrebbero fiumi d’inchiostro per descrivere. Mi piacerebbe farne una piccola riserva e aprire ogni anno una bottiglia per osservarne l’evoluzione.
Ma torniamo al Pinot Nero di Marchesi di Montalto, questa volta nella sua versione ferma, tutti vini racchiusi nella affascinante Borgognotta.
Pinot Nero Canue ’18 IGT, proveniente dall’omonima vigna, è quello più versatile e beverino ma nello stesso tempo con corredo organolettico molto importante. Giocando con le temperature del suo servizio diventa incredibilmente versatile e interessante persino su alcuni piatti di pesce.
Però ‘18 IGT invece è un “Ripasso” di Pinot Nero, una vera chicca ed è una particolarissima creazione ideata da Gabriele. Realizzato con la tecnica di Ripasso sulle vinacce, comunemente utilizzata per i vini della Valpolicella dove il vino viene “ripassato” sulle vinacce di Amarone per un tot giorni. Non mi risulta l’utilizzo di questa tecnica in altre zone produttive e in questo caso il ripasso è effettuato sulle vinacce del Cru Pizzotorto per una decina di giorni. Risultato: un vino da frutto croccante, corpo pieno e avvolgentemente vellutato.
Pinot Nero La Riserva dei Marchesi Pizzotorto ‘15 IGT, proveniente dall’omonimo vigneto, nasce da un clone Burgundy 829 a oltre 400 mt di altezza s.l.m. con i suoi terrenti particolarmente vocati con una forte componente calcarea e basso contenuto di argilla, in aggiunta a notevole escursione termica che caratterizzano questa meravigliosa Valle, fanno sì che nasca il Pizzotorto, un Pinot Nero da struttura e complessità tali da renderlo degno di competere con i grandi vini della Borgogna. Bello poterlo assaggiare ora, sicuramente troverà i suoi perfetti abbinamenti, ma affinandosi nel tempo sarà in grado di risvegliare emozioni e sensi straordinari.
La Grappa di Riesling Reissende Tiere, che significa “animale selvatico”. Il capolavoro della distillazione di Gianni Vittorio Capovilla realizzato con le vinacce fresche di Riesling Renano. Chi conosce i distillati di frutta di Capovilla capisce il livello di eccellenza della quale stiamo parlando. Se non avete mai visitato la sua azienda fatelo, un’esperienza che non dimenticherete mai. Mi ha fatto saltare e salire sui tutti tini di acciaio per assaggiarli tutti, e non sono pochi. In che modo, vi riservo la sorpresa. Ma quel che riesce a fare Capovilla nella distillazione riuscirete a capirlo solo dopo averli assaggiati. Io sono follemente innamorata del suo distillato di Lamponi Selvatici dalla Russia, siamo in un altro universo. E così si ottiene il risultato di questa elegantissima Grappa di Riesling. Gabriele non poteva compiere una scelta migliore.
Ma vorrei chiudere con un’altra bollicina della cantina Marchesi di Montalto. Tersilio Marchesi Riserva del Fondatore, vendemmia 2007, Extra Brut 120 mesi sui lieviti. Da uve di Pinot Nero, frutto di Vecchie Vigne impiantate dal nonno Tersilio nel 1952, sapientemente lavorate valorizzando tutto la sua personalità, espressiva, franca, direi esplosiva e in qualche modo quasi tagliente nonostante la sua evoluzione. Un vino con il quale vorrei concludere le mie giornate, facendomi avvolgere dalla sua inebriante coccola. In questo vino mi ci ritrovo, mi rappresenta, non so perché ma ho un feeling particolare con lui, decisamente da approfondire.
MARCHESI DI MONTALTO
Anno di Fondazione: 1996
Superficie aziendale 180 ha di cui 98 vitati
Altezza vigneti: 400 mt s.l.m. circa
Bottiglie prodotte: 80.000 circa
Cru aziendali a solo Pinot Nero o Riesling: Vigna Costagrossa, Vigna Costadelvento, Vigna Monsaltus, Vigna Pizzotorto, Vecchie Vigne
Comuni: Pietra De Giorgi, Cigognola, Broni e Montalto Pavese
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