Vini vecchie annate – custodire il valore del tempo
8 Gennaio 2022Eventi Vino Maggio 2022
29 Aprile 2022Chianti Classico Collection 2022
Chianti Classico Collection 2022, l’appuntamento annuale per presentare le nuove annate è ritornato nella sua classica formula ovvero con la presenza dei produttori. La manifestazione si è svolta a Firenze dal 21 al 22 marzo.
Due giorni riservati alla stampa e agli operatori del settore per incontrare di nuovo oltre 180 produttori e assaggiare più di 700 etichette tra Chianti Classico Annata, Riserva e Gran Selezione, Vin Santo del Chianti Classico e Olio DOP Chianti Classico.
La novità assoluta è il format che evidenzia la suddivisione abbastanza recente del territorio in Unità Geografiche Aggiuntive, argomento che ho già trattato in qualche mio articolo precedente ma riguardo al quale un accenno è opportuno.
Le 11 Unità Geografiche Aggiuntive (UGA) sono state introdotte dal Consorzio del Chianti Classico con una modifica al disciplinare approvata il 16 giugno 2021 dall’assemblea dei soci con l’obiettivo di valorizzare maggiormente le caratteristiche distintive dei vini del Consorzio e la loro territorialità.
Sono state perciò individuate e delimitate alcune aree all’interno della zona di produzione del Chianti Classico distinguibili in base a criteri specifici quali riconoscibilità enologica, storicità, notorietà e significatività in termini di volumi prodotti: Castellina, Castelnuovo Berardenga, Gaiole, Greve, Lamole, Montefioralle, Panzano, Radda, San Casciano, San Donato in Poggio e Vagliagli.
Una seconda modifica al disciplinare riguarda l’uvaggio del Chianti classico Gran Selezione, con l’aumento dall’80 al 90% della percentuale minima di Sangiovese e l’introduzione dell’obbligo di utilizzo dei vitigni autoctoni a bacca rossa fino al restante 10%. L’intento evidente è valorizzare i vitigni autoctoni a partire dal Sangiovese.
In questi anni sono nate diverse Associazioni di produttori, alcune recenti e altre meno, per la volontà e l’esigenza dei produttori stessi di valorizzare l’identità del proprio territorio e diffonderne la conoscenza. Ogni associazione cerca di trovare ed evidenziare il suo tratto distintivo, le caratteristiche del territorio che si rispecchiano nel calice, di dare valore al cosiddetto terroir con l’obbiettivo di creare autentico valore.
La comunicazione assume un ruolo di primaria importanza. Trovare la sintonia di pensiero, creare una vera e propria squadra, decidere strategie comuni, canali online e offline richiede notevole impegno ma, nel contempo, rafforza il concetto più importante, cioè la collaborazione, la solidarietà. Servono forti elementi come questi per raggiungere obbiettivi comuni.
Il Consorzio del Chianti Classico ha fornito un mezzo potente per comunicare, distinguere e valorizzare e la Chianti Classico Collection 2022 ha rispecchiato armoniosamente e sapientemente questi tratti distintivi e i loro valori. Con immenso piacere prendo atto che si sta andando verso una giusta direzione.
Ho vissuto per tanti anni a Tavarnelle Val di Pesa (ora Barberino Tavarnelle) a partire dal 1995 e lì sono nati e cresciuti i miei figli. Un territorio con il quale ho un legame inseparabile ed è proprio da qui che nasce la mia passione per il vino e per il Chianti Classico.
Ora, riguardo alle distinzioni territoriali e la riconoscibilità, a volte è davvero difficile trovare tratti distintivi netti tra le varie UGA. Lavorando per dieci anni con l’azienda Tenuta Degli Dei di Panzano e partecipando ogni anno alle anteprime Vino al Vino, devo dire di aver trovato questa riconoscibilità non per niente facile da definire in termini gustativi. È la memoria sensoriale a lasciarti quel ricordo netto dei vini panzanesi facendoti ritrovare quel filo conduttore in tanti, tantissimi vini.
Credit foto: Consorzio del Chianti Classico
Così accade anche per i vini di San Donato in Poggio. Ho avuto di recente varie occasioni per assaggiare i vini di questa UGA e devo dire che, nella stragrande maggioranza dei casi, mi è capitato di riscontrane in modo assoluto la loro precisa territorialità. Tra pochi giorni faremo una degustazione tecnica e non mancherà il mio riscontro.
La cosa sicuramente fondamentale è assaggiarli in batteria, senza distrazioni o deviazioni verso altre zone. Ho partecipato alla degustazione dei vini di Vagliagli, organizzato dall’AIS, e posso assicurare che i tratti balsamici, che univano tutti i vini in degustazione nella tipologia Gran Selezione, non li ho mai trovati in modo così evidente nelle altre UGA e non è soltanto questione di tipologia. Sicuramente la balsamicità deriva anche dall’affinamento, ma questa era ed è una caratteristica anche territoriale.
Credit foto: Consorzio del Chianti Classico
A breve racconterò di più su quella degustazione. Tra i miei studi molto impegnativi per il raggiungimento del Diploma WSET, il lavoro e i nuovi progetti per la valorizzazione dei vini toscani sono rimasta un po’ indietro nel fornire i miei feedback sulle anteprime.
Tra l’altro a breve, il 29 e 30 maggio, ci aspetta l’anteprima “Radda nel Bicchiere” alla quale assolutamente non vorrei mancare.
Una breve panoramica sull’andamento delle ultime annate.
Credit foto: Castello di Monsanto
L’annata 2021 L’andamento stagionale era abbastanza regolare. Nel periodo di primavera c’è stato qualche evento al calo di temperature sotto la media che si è rispecchiato sullo sviluppo vegetativo portando a qualche deformità. Le riserve idriche sono state sufficienti per affrontare il caldo periodo estivo. Le forti escursioni termiche a partire dal mese di agosto hanno fatto sì che le uve potessero arrivare alla loro perfetta maturazione mantenendo elevata acidità, così caratterizzante soprattutto del Sangiovese.
L’annata 2020 non ha subito il condizionamento di estremi climatici, anche se le basse temperature notturne all’inizio d’aprile hanno avuto impatto sulla fase di germogliamento e conseguentemente influito sulla produzione che ha avuto rese più basse (circa meno 13%) rispetto all’anno precedente. Un inverno asciutto e mite, spiccata variabilità dalla metà di aprile compensate dalla calda e lunga estate ma senza lo stress idrico e con grande escursione termica tra giorno e notte. Vini così risultano in linea di massima perfettamente equilibrati, con tannini ben maturi, complessi e corredati da uno ricco profilo aromatico.
L’annata 2019 è abbastanza “classica” e regolare per il territorio. Inizialmente la stagione mite e asciutta, con le temperature più fresche alla fine di maggio e inizio giugno, ha un profilo aromatico. Generalmente vini più freschi, equilibrati, con il tenore alcolico più basso rispetto alla media degli ultimi anni.
Ho trovato una straordinaria espressione nelle ultime annate, l’identità ritrovata del Chianti Classico che esprime eleganza, franchezza, una forte l’identità anche stilistica. Non smetterò mai di ripetere che siamo tornati a voler valorizzare l’espressione dei nostri vitigni, senza flessioni per esigenze dei mercati. È il mercato oggi si sta adeguando a noi, alla nostra filosofia, all’impeccabile gusto Made in Italy e mi riferisco al vino italiano in generale.
Mi fa immensamente piacere che nei vini del Chianti Classico sto riscoprendo sempre di più quel fascino del Sangiovese, delle nostre uve autoctone. Il Chianti Classico che ho sempre inteso nella sua veste sincera ed elegante, con la massima espressione dei vitigni, senza sovra estrazioni tanniche. Ovvio che ci sono tante, tantissime aziende che hanno sempre lavorato in modo tradizionale. Ma se prima dovevo conoscere bene le aziende che lavorano in determinato stile, oggi la realtà è mutata.
Chiunque trovi una bottiglia marcata con il simbolo del Gallo Nero potrà approcciarsi a un vino che rispecchia il territorio, rispetta il vitigno, un vino davvero ben fatto. Ovviamente vi sono e vi saranno differenze da un produttore all’altro, da un’area all’altra, ma non si può dire che i vini del Consorzio non stiano andando in una direzione precisa, vini che hanno una determinata riconoscibilità e una loro forte identità.
La descrizione sui singoli vini la pubblicherò nei miei prossimi articoli e video su ogni UGA. Mi ci vorrebbe un libro per scrivere tutto. Forse un giorno, chissà…
Carlotta Gori - Direttrice Consorzio
Giovanni Manetti - Presidente del Consorzio Chianti Classico
Sparkling Life è pubblicato da Irina Mihailenko in tre lingue e nasce per promuovere le eccellenze italiane e non solo, cercando di contribuire alla diffusione della cultura enogastronomica.
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