Vinitaly 2023 – Riflessioni in libertà
19 Febbraio 2023Vino marchigiano e “I magnifici 16”
26 Giugno 2023Wine Paris & Vinexpo Paris 2023
Si è conclusa la fiera Wine Paris & Vinexpo Paris 2023 con la presenza di 3.387 espositori da 42 paesi che hanno accolto 36.344 professionisti provenienti da 149 paesi. La fiera è mirata soltanto verso gli operatori del settore ed è durata tre giorni, dal 13 al 15 febbraio. Wine Paris & Vinexpo Paris è una realtà ancora emergente e con questa organizzazione non avrà di certo difficoltà a decollare, creando comunque una concorrenza anche ad altre importanti realtà come ProWein e Vinitaly.
Tra gli elementi a favore, oltre alla location di grande attrattiva come Parigi con tutti i servizi a disposizione e in grado di offrire una sistemazione e soluzioni a prezzi concorrenziali, c’è un elemento fondamentale che ho già accennato: l’evento è mirato esclusivamente al professionista. Per registrarsi ai buyer vengono chiesti dati molto dettagliati e dal momento della registrazione vengono proposte diverse opportunità di business, gestione degli appuntamenti e così via. Puoi impostare il tuo profilo aziendale/personale fornendo i dettagli sulle proprie attività, sia come buyer che press operator, e gestire il calendario direttamente da lì.
Un’organizzazione straordinaria curata dalla società Vinexposium: assistenza, comunicazione molto efficiente ed efficace, costante aggiornamento sui servizi a disposizione, proposte mirate alla miglior pianificazione delle attività e tanto altro.
Le numerose Masterclass sono state uno dei punti forti dell’organizzazione della Wine Paris & Vinexpo Paris 2023, purtroppo ero in ritardo per alcuni accrediti ma diverse erano impostate in modalità di accesso libero “first come, first seated”. L’adesione alle Masterclass è stata praticamente totale, quindi consiglio di prenotare quelle di vostro interesse fin da subito.
L’altro punto importante per me è stato il padiglione International, dove abbiamo potuto assaggiare vini provenienti da diversi paesi. Immenso lo spazio dedicato ai vini portoghesi e qui ho apprezzato sia l’accoglienza dei produttori, che hanno portato tantissime vecchie annate, che gli straordinari vini di questo importante territorio vitivinicolo.
Una bellissima occasione è stata anche di partecipare al 2020 vintage tasting di Union des Grands Crus de Bordeaux ed assaggiare alcuni bianchi e, soprattutto, rossi e dolci della regione. L’annata 2020 è stata un’annata magnifica sia in termini di qualità che quantitativi. Ovviamente non ho potuto assaggiare in un pomeriggio i 100 Grands Crus e presto condividerò quali sono gli assaggi che ho apprezzato di più.
Il padiglione Spirits per mio grande dispiacere non sono riuscita a visitarlo ma so che offriva una grande attrattiva sia per gli addetti ai lavori che per gli amanti del mondo della mixology e dei distillati. Purtroppo in una fiera come questa anche una settimana può non bastare.
Tra i produttori che ho visitato vorrei nominarne alcuni che ha apprezzato per il loro stile:
Estate Argyros. Meraviglioso mondo di Assyrtiko con esemplari straordinari di questa uva autoctona greca dell’isola Santorini. L’azienda è stata fondata nel 1903 ed è la realtà più grande in termini di ettari a Santorini appartenente ad un privato: 120 he. L’età media dei vigneti qui è di 70 anni e le rese solitamente non superano 25 ettolitri per ettaro. Non so se avete mai visto come vengono coltivati: il sistema di allevamento del vigneto si chiama Koulura e la pianta forma una specie di cesta adagiata a terra. Questo sistema protegge il frutto dai forti venti così frequenti sull’isola, tenendo il frutto a riparo. Un sistema assolutamente unico. Estate Argyros produce una vasta dei bianchi con diverse strutture e caratteristiche, oltre al tradizionale Vinsanto.
Champagne Rare Piper-Heidsieck. Non sempre i vini con prezzo di alta fascia soddisfano le nostre attese che, ovviamente, sono in stretta relazione al loro valore. Il prodotto top della Maison Piper-Heidsieck è lo Champagne Rare. Alla fiera Wine Paris & Vinexpo a Parigi 2023 ho riassaggiato il Rare Vintage 2008 Brut e, per la prima volta, il Rosé Vintage 2012. Semplicemente straordinari: grande complessità ed eleganza, che corrispondono perfettamente a quanto ci si aspetta da due Cuvée di questo livello. Piper-Heidsieck fa parte del gruppo di EPI Wine & Champagne che ha fatto parlare di sé anche recentemente con l’acquisizione di Isole e Olena. Un’altra Maison di Champagne del gruppo è Charles Heidsieck con una sua gamma di indiscutibile eccellenza. Particolare apprezzamento va all’assaggio del Vintage 2006.
Champagne Rare
Champagne Charles Heidsieck
Les Grands Chais de France è un gruppo leader nelle vendite dei vini francesi con il quale ho avuto il mio primo approccio alla degustazione Bordeaux 2021 En Primeurs, dove CGF ha presentato questo esclusivo evento, riservato a un numero limitato di esperti e clienti, nella magnifica location Villa Cà Vendri a Verona. Mentre Cédric Dechelette l’ho conosciuto alla degustazione che ha organizzato ad Arezzo la delegazione AIS con Massimo Rossi lo scorso dicembre. Cédric è sempre molto tecnico e dettagliato nelle sue spiegazioni ed è una fonte di inesauribile conoscenza sulla Borgogna. Se vi capita di incontrarlo non perdete l’occasione di fare una chiacchierata. Ovviamente mi ci vorrebbero pagine e pagine per raccontare questa esperienza degustativa, ma i vini che ci ha fatto assaggiare a Parigi sono tutti davvero ottimi e il suo racconto aggiunge un valore unico a questa degustazione. I vini li troverete tutti nel listino della distribuzione.
Henriques & Henriques. Qui siamo nel mondo dei vini fortificati, magnifici vini di Madeira, Portogallo. Questa casa vinicola l’ho conosciuta grazie ai miei studi del WSET Diploma e li avevo acquistato in diverse tipologie, proprio per calibrare la mia degustazione alla cieca. Tanto che ho riconosciuto nell’esame alla cieca sia il vitigno Verdelho che il produttore. Qui invece ho assaggiato bottiglie completamente diverse, tutte Vintage. Tutti straordinari. Particolare era l’assaggio del Colheita Single Harvest 1997 Fine Rich e alla mia domanda sul perché percepivo quella sensazione tannica che asciugava il palato la risposta è stata davvero inaspettata: il vino è stato affinato per due anni nella botte utilizzata precedentemente per il Cognac. Assolutamente da provare.
Batoréu Tejo. Ho voluto conoscere personalmente il produttore, José Batoréu Silvestre, perché ho avuto occasione di assaggiare due dei suoi vini durante la press lunch della Winescom Distribuzione. La famiglia Batoréu si dedica alla vitivinicoltura ad Aveiras de Cima, regione di Tejo in Portogallo fin dal 1860.
42 ettari di vigneti ad Aveiras de Cima dove vengono coltivati vitigni tradizionali portoghesi, come Arinto, Fernão Pires e Verdelho per i vini bianchi e Trincadeira, Castelão, Touriga Franca e Touriga Nacional per i rossi. Negli anni ’90 alcune varietà internazionali tra cui Syrah, Alicante Bouschet e Cabernet Sauvignon sono state aggiunte ai vigneti e sono state utilizzate per alcuni dei blend rossi.
I due marchi aziendali principali sono Bathoreu e Terra Silvestre, l’ultimo dedicato al padre che è mancato una quindicina di anni fa.
Mentre da altri vini le aspettative si sono confermate a pieni voti, quel che è stato molto sorprendente è il Rosato da uve Castelão: ricco, espressivo, quasi denso al palato ma allo stesso tempro fresco con note spiccate di lampone e fragoline di bosco, oltre a quelle floreali. Stupendo.
Andreola. Stefano Pola e Julia Shalatova sono persone squisite e la famiglia di Stefano ha fondato l’azienda nel 1984. Quando ho presentato Stefano come il Produttore di Prosecco di grande qualità, lui aggiunge subito: Valdobbiadene. A breve andremo a trovarli e vi racconterò di più sulla loro fantastica azienda. Sono abbastanza sofisticata riguardo ai vini Prosecco, prediligendo spesso quelli Col Fondo, e vi posso assicurare che loro gamma è una vera garanzia. Di ottima qualità ovviamente.
Col Sandago. Con Lionello Lot ci conosciamo da anni e ci siamo incrociati a innumerevoli eventi in giro per il mondo ma questa volta è riuscito a sorprendermi con un vino che assolutamente non conoscevo fatto da vitigno Wildbacher. Vi lascio alla spiegazione di Lionello in questo video: Wildbacher di Col Sandago e vi invito ad assaggiarlo in entrambe le versioni Metodo Classico. L’azienda produce una piccola quantità vinificata in rosso. Da provare!
Special Club invece è costituito da 24 piccoli vigneron di champagne e alcuni di loro erano presenti allo stand dedicato. Abbiamo assaggiato i vini di H. Goutorbe e quelli di José Michel & Fils. Conoscevo entrambi e direi che non potete sbagliare nella scelta non solo con l’etichetta Special Club (che viene proposta per una sola etichetta per azienda nella versione Vintage), ma anche con tutta la loro gamma. Lavorano in modo esemplare.
Champagne H. Goutorbe
Champagne José Michel
Fernand Lemaire è un vigneron in Champagne che produce i vini da 4 generazioni a Hautvilliers da 7 ettari di vigneti nel terroir di Hautvilliers con 3 classici vitigni: Chardonnay, Pinot Noir e Meunier. Tutti ottimi. Distribuito principalmente da Signorvino.
Louis Brochet. Distribuito in Italia da Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute. La Maison offre una gamma di ottima qualità e un giusto rapporto qualità prezzo. Almeno qui in Toscana li trovo frequentemente nei locali ed è spesso la mia scelta nelle carte dei vini.
Paul Goerg. Distribuito in Italia da Ruffino, offre una gamma accessibile e di ottima qualità, non credo che abbia bisogno di grandi presentazioni.
Bestheim. Per chi ha acqusito il Diploma WSET il nome dovrebbe essere già conosciuto. Siamo in Alsazia e l’azienda produce 4 Crémant e 5 vini fermi. È il più grande singolo produttore in Alsazia ed è una cooperativa che include 400 viticoltori che coltiva su 1400 ettari di vigneti. Ottima qualità dei vini, tra i crémant Grand Prestige 2018 spicca per la sua complessità, dovuta anche al suo lungo affinamento sui lieviti.
Maison Darragon, Vouvray. Viticoltori dal 1761, tradizione tramandata da 9 generazioni. 40 ettari dedicati principalmente alla coltivazione di Chenin Blanc che dà la vita a diverse etichette tra bollicine Metodo Classico (un solo pétillant) e quello fermo. Amo particolarmente questo vitigno e qui ogni bottiglia riesce risaltare non soltanto la sua personalità ma anche la freschezza: l’acidità che accompagna il sorso complesso e pieno fino in fondo non manca mai.
Maison Darragon, Vouvray
Domaine de La Creuze Noire. Siamo a Beaujolais ma qui non parliamo di Beaujolais nouveau. I famosi 10 Crus du Beaujolais producono vini in modo tradizionale, alcuni utilizzando la fermentazione parziale (variabile) a grappolo intero, ovvero semi-carbonica. Domaine de La Creuze Noire non utilizza questo tipo di fermentazione e produce tramite una vinificazione classica alcuni vini provenienti dai vigneti in Juliénas e Saint-Amour, da uve Gamay Noir ovviamente. L’azienda produce diverse etichette da uve Chardonnay che purtroppo non abbiamo avuto l’occasione di assaggiare.
Domaine de La Creuze Noire, Beaujolais
Tornando al discorso di 10 Crus vorrei precisare che sono: Saint-Amour, Juliénas, Chénas, Moulin-à-Vent, Fleurie, Chiroubles, Morgon, Régnié, Brouilly e Côte de Brouilly.
Clos Vieux Bourg (Famille Piron) invece ci porta con i suoi assaggi negli altri 3 Crus di Beaujolais: Régnié, Morgon e Chénas. L’azienda ha una storia molto recente, stile meno tradizionale ma vini davvero ben fatti. A pochi chilometri da Morgon, un Clos di 8 ettari in cui i due edifici principali sono l’antica chiesa “Saint Pierre de Corcelles”, dove è stata installata recentemente la cantina. Tra tradizione e tocco di modernità, sia in cantina che nel calice.
Clos Vieux Bourg
Bodegas Santalba, Rioja. Mi sono fermata incuriosita da Rioja Metodo Classico Reserva Brut Nature 2019 da uve Viura, piantate ad altitudine di 500 mt s.l.m. e realizzato in quantità limitatissima, davvero ottimo prodotto. Ma Roberto Ijalba Pérez ci ha sorpreso con un assaggio di Santalba Amaro 2017, fatto in stile di amarone della Valpolicella, da uve sottoposte all’appassimento. Appassionati di Amarone, hanno desiderato ricreare lo stile con il loro vitigno autoctono. Ovviamente, sentori molto diversi da quelli che donano Corvina, Corvinone, Rondinella, ma un risultato molto interessante: Tanta struttura, estrazione, carica fruttata, note amarognole accentuate e tannino setoso.
Un altro vino di complessità straordinaria che abbiamo assaggiato è la Reserva Selecciòn Especial 2021, meraviglioso con un finale che non finisce mai…
New York’s Wine Regions. Per qualche attimo mi sono immersa nel mondo dei Riesling per captare ciò che contraddistingue queste AVA (American Viticaltural Areas). Come caratteristica distintiva generale ho trovato vini molto freschi, dominati dalle note erbacee piuttosto che floreali, lieve idrocarburo che soltanto in un vino era molto marcato e prevalente: Hermann J. Wiemer Vineyard Riesling 2020, Seneka Lake AVA, Finger Lake. Ed è anche quello che si può confondere con qualche Riesling tedesco.
Domaine Drouhin, Oregon. Uno Chardonnay e quattro espressioni diverse di Pinot Noir. Un territorio molto riconoscibile nel calice, ho particolarmente apprezzato il Laurène 2019 per la sua espressività, complessità e equilibrio.
Compers’5, Swiss Artisans Vignerons come riportano le etichette. Siamo nella patria di Chasselas e l’azienda si trova a Rolle, tra la Geneva e Lausanne. Fondata da 5 vigneron che, legati dall’amicizia, danno vita a questo progetto comune. Le etichette prodotte sono 5, oltre al neo Winatypic, “low-alcol wine”, anzi, per l’esattezza succo di mela e vino, simpaticissimo, da bere a fiumi.
Un bellissimo progetto che sposa il progetto non soltanto di promozione all’estero, visto che ad oggi l’export di vino svizzero rappresenta meno di 1%, ma anche di sostenibilità ambientale. Ad esempio l’utilizzo di qualsiasi prodotto di sintesi è abolito e la produzione è mirata a favorire l’ecosistema.
Compers’5 vini
Vigneti svizzeri
Podere Dell’Anselmo. I vini di Fabrizio Forconi li ho assaggiati diverse volte di recente, ci siamo fermati per un saluto e non ho resistito di fronte al Federico 2018 da Sangiovese e Canaiolo. Favoloso! Sorso pieno, ricco, frutto esuberante, tannino che sembra un velluto di seta, lungo finale, grande equilibrio. Assaggiatelo, non poteva farlo in modo migliore.
Vorrei concludere congratulandomi nuovamente con il mio connazionale Raimonds Tomsons che ha vinto il titolo ASI Best Sommelier of the World al concorso di Parigi. La Lettonia è un paese davvero piccolo ma c’è una comunità di sommelier molto appassionati e preparati.
Per ovvie ragioni in Lettonia abbiamo una sola azienda che produce il vino da vitigno Solaris, considerando le severe condizioni climatiche, ma quando vado a Riga approfitto sempre dell’occasione per assaggiare vini da tutto il mondo che sono facilmente reperibili in qualsiasi punto vendita di alcolici, con largo il range di prezzi. In questo senso offre un vantaggio per chi vuole fare una full immersion senza disperdere troppe risorse e concentrarsi sulla degustazione. Anche per quello ho apprezzato la fiera di Parigi. Per quelli come me che studiano il vino a livelli internazionali avere queste occasioni è fondamentale. Non mancherò anche l’anno prossimo. A bientôt.
Con Bruno Paillard
Con Paolo de Marchi
Consorzio Vino Chianti Classico
Mestrezat formati delle bottiglie
Sparkling Life è pubblicato da Irina Mihailenko in tre lingue (italiano, inglese e russo) e nasce per promuovere sopratutto le eccellenze italiane, cercando di contribuire alla diffusione della cultura enogastronomica.