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Borgo Macereto, un attimo di Fuga nell’inebriante bellezza. Ed è stato proprio “La Fuga” a portarmi qui, per una splendida e piacevolissima coincidenza.
Forse la mia lunga assenza dal panorama enologico toscano mi ha fatto perdere questa “perla”, ma evidentemente per ogni cosa arriva il suo momento. Ed è stato il perfetto momento della Fuga. Scoprii questo vino l’anno scorso all’Anteprima Chiantilovers.
“Immersa” nei numerosissimi assaggi chiesi a un amico esperto le “dritte” sulle bottiglie da non perdere. Di Ricardo Margheri mi fido cecamente, è un guru e ha una visione “sobria” e precisa, invidiabile direi. Seguii i suoi consigli. Ma è stata una doppia sorpresa: non solo scoprire un meraviglioso Chianti Rufina affinato solamente in acciaio e ricco di “succo”, generoso ed elegante, ma sull’etichetta compariva in tutta la sua bellezza il dipinto di un carissimo amico, il pittore Francesco Nesi.
Sono follemente innamorata della sua arte tantoché l’articolo su Francesco è stato tra i primi pubblicati sul questo sito. Amo la musicità dei suoi quadri, la loro espressività, leggerezza, positività, armonia e intensità cromatica nello stesso tempo, ma anche il legame con il territorio e l’unicità di stile.
Vino e Arte. Qual è il miglior connubio e qual è la miglior cornice per questo nettare divino?
Borgo Macereto è racchiuso in un abbraccio da 6 ettari di vigneti da Sud a Sud-Ovest. L’altezza qui è decisamente più percettibile. Siamo a 350 metri, ma la disposizione sulla collina, la pendenza dei vigneti, la vista delle vette innevate che ci ha regalato questa spettacolare giornata di marzo, la profondità e verde estensione del panorama da mozzafiato, ti fanno sentire sulla cima di una montagna. Almeno a me ha trasmesso questa sensazione.
Borgo Macereto, disteso sulle colline che dominano il territorio fra il Mugello e la Valdisieve nel comune di Dicomano, in provincia di Firenze. La tenuta si estende su venti ettari totali, dei quali sei sono destinati a vigneto, e tre e mezzo ad oliveto, oltre ai prati e bosco che li circondano.
L’azienda nasce nel 2014 quando la famiglia Foscarini ne diviene proprietaria. Nicola Foscarini recupera tre ettari vitati a Sangiovese e Gamay e nel 2016 impianta il Pinot Nero, oltre le uve bianche come Riesling, Incrocio Manzoni, Moscato, Sauvignon Blanc e Viognier, che andranno assemblate per creare un unico vino: il Doppiosenso. Tutti vigneti interamente destinati alla coltivazione Biologica Certificata. L’enologo Dario Parenti è a guidare lo stile aziendale di questi vini.
Nel frattempo Nicola fa conoscenza di Francesco Nesi, acquista alcuni dei suoi quadri e lo coinvolge in questo magnifico progetto. Progetto di valorizzazione del territorio attraverso i mezzi più potenti della persuasione: arte e vino. Per chi non conosce la sua pittura, ricordo che Francesco è ormai da tempo un noto e affermato artista, vincitore del prestigiosissimo Premio del Fiorino D’Oro per la pittura.
"Dietro la Luna" 100x150cm Francesco Nesi
Sicuramente il mio affetto per Francesco e la sua pittura è tale da essere sinceramente compiaciuta per il fatto che i suoi lavori incorniciano ed esaltano vini degni del suo genio. E La Fuga è stato il vino che mi ha davvero colpito tra gli assaggi dello scorso anno. L’ho classificato tra i tre migliori.
Ma torniamo al Doppiosenso, Bianco Toscana IGT. Lo abbiamo assaggiato in due annate: 2020 e 2019. Il 2020 che ancora dovrà ancora percorrere tutta la sua fase di affinamento e il 2019 è pronto per essere giudicato. Mi ha sorpreso. Per prima cosa per non la “invadenza” del Sauvignon Blanc, vitigno molto aromatico da sentori erbacei spiccati, e nonostante la sua presenza per circa metà in questo vino. I restanti vitigni Riesling, Incrocio Manzoni, Moscato e Viognier, insieme al Sauvignon creano un perfetto equilibrio sensoriale, sia al naso che al palato. Armonico, fresco, spicca sul floreale rispetta al fruttato, ovviamente un bel vegetale ma molto fresco. Affinato soltanto in acciaio. Non vedo l’ora di tornare per un fine settimana nello splendido Borgo, e sorseggiarlo sul bordo piscina.
Borgo Macereto Agriturismo
Eh sì, non vi ho ancora detto che qui ci sono 4 splendidi appartamenti, elegantemente ristrutturati e particolarmente adatti per un soggiorno in relax e completo confort. Piscina, noleggio mountain bike, il bosco, persino un barbecue. Senza parlare dei dintorni e del fatto che nella zona del Mugello l’offerta decisamente non manca. E arriviamo al mio “colpo di fulmine”.
La Fuga è un Chianti Rufina DOCG. Lo abbiamo degustato sia nell’annata 2018, dove ho ritrovato appieno il vino che assaggiai esattamente un anno fa, riscontrando una quasi impercettibile evoluzione (indice di un bel potenziale di affinamento), che nell’annata 2019: un vino che ha appena intrapreso il suo percorso nella sua piena bellezza giovanile.
La Fuga è Sangiovese in purezza affinato esclusivamente in acciaio. Niente da aggiungere e niente da togliere. Perfetto così com’è: succoso, ricche note di frutta “fresca”, franco, territoriale, espressivo ed elegante. Contornato da una splendida cornice: l’omonimo quadro di Francesco Nesi. “La sua etichetta rende omaggio alle opere di un pittore toscano che ben interpreta il connubio tra arte e vino, tra sogno e realtà̀, descrivendo gioiosamente la nostra terra e il nostro lavoro”.
La Musica. E’ una Riserva. Un’altra “faccia” del Sangiovese, del suo affinamento e della sua evoluzione. La musica incontra il legno che lo arricchisce di struttura, gli dona le note speziate del legno, che debbono ancora integrarsi senza prevalere su questo splendido vino: caldo, avvolgete, intenso ma incredibilmente franco. Una bellissima espressione del Sangiovese. Incorniciata dal magnifico dipinto di Francesco.
Facciamo un passo indietro. Incipit, il principio e l’inizio del tutto.
Incipit 2016, Rosso Toscana IGT, il primo vino di Borgo Macereto, il suo nome evoca il principio e l’inizio del tutto. Da vitigni Sangiovese e Gamay, proprio da quei vigneti recuperati all’inizio di questa splendida avventura enologica, questo è il vino che ha segnato il punto di partenza: vinicola e artistica. Non essendo ancora nata la collaborazione con Francesco, la veste dell’Incipit ha un’impronta artistica tutta sua.
Con il suo colore profondo, il palato complesso a avvolgente, sprigiona sentori non solo di frutta ma anche di cuoio e soprattutto spezie. L’Incipit trascorre un anno tra i barrique di primo e secondo passaggio, è un vino strutturato e longevo. Richiama i piatti più complessi come la selvaggina, dei quali la nostra cucina toscana regala un’infinita scelta da poter abbinare. Ma anche i formaggi stagionati e anche in questo caso il territorio sono incredibilmente ricchi di tradizioni ed eccellenze.
La Musica è proprio come il vino. Goccia per goccia ti penetra, avvolgendo e scaldando l’anima.
E chiudiamo con Il Borgo 2019. Il Pinot Nero di Borgo Macereto. Frutto di una vigna di soltanto un ettaro, Pinot Nero Il Borgo trascorre un anno tra barrique e tonneau. Sul Pinot Nero in Toscana è sempre difficile esprimersi. Inizialmente avevano caratteristiche comuni, molto territoriali, proprio come il Borgo, ma poi sono andati tutti a sviluppare stili differenti.
Forse solo il Cuna di Federico Staderini ha mantenuto negli anni la sua impronta ben precisa. Assaggiai l’annata di Borgo 2020 ancora in affinamento e ha un’impronta leggermente diversa dal 2019. Ha un bel potenziale, struttura e profondità. Ma è ancora un “bimbo in fasce”.
Il dipinto di Francesco è a dare il tocco finale e valore aggiunto a questa bottiglia. Del resto come dico sempre, il vino è proprio come un quadro, richiama una cornice che lo valorizza e lo mette in risalto.
Azienda Agricola Borgo Macereto idirizzi:
Via Campagna, 27 – Località Macereto
50062 Dicomano (FIRENZE) Toscana – Italia
Email: info@borgomacereto.it
Leggi anche l’articolo su Francesco Nesi
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