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Costaripa non ha bisogno di grandi presentazioni. Un po’ perché Mattia Vezzola è un enologo di indiscussa fama internazionale, un po’ perché l’azienda crea questo divino nettare da tre generazioni, oltre ad aver intrapreso alcuni progetti ambiziosi che hanno fatto parlare di se nel mondo del vino.
Siamo nel cuore della Valtenesi a Moniga del Garda e io vorrei parlare dei loro meravigliosi vini rosati. Per me è stato amore al primo sorso. Da lì non ho mai smesso di acquistarli, sia nella cantina del ristorante che ho gestito che in quella personale.
Quando penso ai vini di Costaripa la mia mente evoca il ricordo dei roseti, con tutte le sfumature di questi splendidi fiori. La rosa da sempre rappresenta la passione e qui il connubio è perfetto, conoscendo con quale amore e quale impegno la famiglia si dedica a questa azienda.
La rosa rappresenta tenerezza, delicatezza che sono tutte le sfumature che troviamo nei loro rosati: dal rosa tenue di RosaMara, al quello di rosa più antico di Molmenti, al rosa perlato brillante e vivace ma sempre chiaro del Brut Metodo Classico per finire al più profondo e accentuato del Rosé Grande Annata. Gentili e complessi, soffici e profondi.
Qual è il segreto di questi magnifici capolavori? Gli ingredienti sono semplici ma per niente banali: passione, maestria e terreni vocati.
Su questi terreni dove da padrone fa il Groppello i vini rosati si esprimono al meglio. Terreni di origine glaciale con circa 67 tipologie di suoli che conferiscono un bellissimo e armonioso equilibrio.
Vinificazione “a lacrima“, cioè l’utilizzo del puro fiore attraverso lo sgrondo statico prima della fermentazione, ottenendo così un mosto che può essere considerato il cuore dell’acino. Sicuramente un altro fattore distintivo dove la maestria di Mattia Vezzola è determinante.
Inoltre l’esperienza decennale di Mattia nelle spumantizzazioni ha il suo tocco finale. Enologo dal 1981 della storica e prestigiosa azienda Bellavista in Franciacorta, riceve nel 2007 l’importante riconoscimento alla carriera da parte della guida Vini d’Italia del Gambero Rosso come “enologo dell’anno”. Costaripa è l’azienda personale di Mattia dove i figli Nicole e Gherardo collaborano al suo fianco. Tra l’altro Nicole ha lavorato in una Maison de Champagne come Philipponnat per arricchire la propria esperienza, oltre a quella trasmessa dal padre. Nicole oltre ad essere una donna splendida e deliziosa, ha personalità, determinazione e conoscenze invidiabili.
Devo dire che l’unico vino Rosato che non avuto occasione di assaggiare, mancanza cui rimedierò al più presto, è il PalmArgentina, un vino che nasce da uve stramature provenienti da antichi vigneti di Groppello, Marzemino e con piccola aggiunta di Moscato Rosa. Si dice che sia ideale per accompagnare la pasticceria come quella basata sui frutti di bosco oppure da essere apprezzato a fine pasto.
Il RosaMara invece nasce da uve Groppello, Marzemino, Sangiovese, Barbera ed è stato il mio amore da subito diventando il mio preferito. Fra freschezza, esplosione del frutto, eleganza, piacevolezza e complessità. Floreale, note dei frutti rossi e lieve finale di mandorla amara. Semplicemente lo adoro.
Il Rosè Molmenti, fatto da uve Groppello, Marzemino, Sangiovese, Barbera è dedicato a Pompeo Gherardo Molmenti, ideatore nel 1896 del Chiaretto di Moniga. La vinificazione “a lacrima” e la fermentazione in botte consentono di proporre un chiaretto di “tradizione” che viene imbottigliato dopo due anni di affinamento successivi alla vendemmia. Un vino più complesso rispetto al primo con note più mature sia floreali che fruttati, lieve nota vanigliata e sentore quasi iodato. Al palato richiama i piatti più complessi, magari anche zuppe di pesce e carni bianche. Ho sempre voluto assaggiarlo con il maialino al forno e riparerò al più presto. Le ultime annate che ho assaggiato poco fa sono state il ’12 e il ’13. Di un incredibile complessità, ma anche freschezza. Sono vini molto longevi.
Brut Rosé Metodo Classico non millesimato. Il vino, la cui storia prende avvio nel 1973, è diventato sempre più di successo nei nostri giorni. Nasce da uve Chardonnay 80% Pinot nero 20%. con spremitura comunque molto soffice del Pinot Nero (vinificato in parte in rosa e in parte in rosso) del Lago di Garda e di Iseo, il 35% dei mosti fermenta in piccoli fusti di rovere bianco da 228lt. Sentori elegantissimi e freschi di frutti rossi, un finissimo perlage, tutto quello che serve per accompagnare con eleganza i vostri attimi di piacere. Dall’aperitivo a tutto il pasto.
Grande Annata Rosé invece nasce sempre dagli Chardonnay e Pinot Nero nella stessa percentuale, provenienti dalle vigne con migliore esposizione a sud dalle colline del Garda e vinificati per il 35% in piccole botti di rovere bianco. E’ il vino più complesso in cui si allarga la gamma sia floreale che fruttata, pronto a soddisfare anche i palati più sofisticati e reggere la complessità dei piatti più intensi.
Costaripa produce anche altri vini tra bianchi, bollicine e rossi. Ma per oggi mi limito a raccontarvi dei rosati, con i quali ho una particolare affinità. E visto che tra pochi giorni è Pasqua mi è venuta la voglia di concedermi qualche bottiglia di questa splendida azienda che dal 1936 regala le emozioni attraverso il proprio territorio.
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