PrimAnteprima e Chianti Lovers
23 Febbraio 2020Settembre 2020 Eventi Enogastronomici
8 Settembre 2020Terre di Toscana 2020
Si è conclusa da qualche giorno la 13a edizione di Terre di Toscana a Lido di Camaiore, sopravvissuta per miracolo, considerando che tutti gli altri eventi sono stati annullati nel mese di marzo. Una manifestazione tra le più interessanti che riguarda i vini toscani. Il livello qualitativo delle aziende presentate fa veramente la differenza, inoltre da qualche anno nella seconda giornata le aziende hanno avuto la possibilità di portare in degustazione le “vecchie” annate. Quindi un’occasione unica di assaggiare alcune bottiglie difficilmente reperibili.
Per me è stata la prima annata da freelancer, visto che per una decina d’anni ho rappresentato la Tenuta degli Dei Cavalli presente anche quest’anno alla manifestazione. Per la prima volta dall’altra parte del bancone.
Ecco alcuni assaggi:
Duemani: Cifra 2018, Altrovino 2017, Duemani 2017, Suisassi 2017. Incredibile pulizia. Azienda che lavora da anni in biodinamica in modo maniacale ed esemplare. Affascinante il frutto esplosivo nel “Cifra”. Adoro da sempre questo vino in quanto fan dei Cabernet Franc, che ritroviamo anche nel più complesso “Duemani”. Vi consiglio vivamente di assaggiare queste annate in quanto massima espressione dei vitigni, territorio ed esecuzione del biodinamico. Complimenti ad Elena Celli e Luca D’Attoma.
Badia a Coltibuono: Chianti Classico 2017, Chianti Classico Riserva 2016. Ho sempre adorato questi vini e non mi tradiscono mai nel loro equilibrio e nella loro eleganza. Azienda biologica. E’ sempre una garanzia.
Baracchi: Spumante Metodo Classico Brut Trebbiano 2016, Spumante Metodo Classico Brut Rosé 2015. Siamo nella zona di Cortona. Vini a parte, l’azienda ormai famosa per il suo esclusivo Resort il Falconiere e il ristorante stellato dove la titolare e Chef Silvia Baracchi insieme alla sua famiglia porta avanti questo progetto complesso ed ambizioso. Sono stati tra i primi a produrre in Toscana i vini con Metodo Classico e sono veramente ben fatti.
Beconcini Pietro: Vea Anno Zero Trebbiano, PRS Malvasia Lunga, Fresco di Nero Tempranillo Rosato. Ho assaggiato solo i bianchi e il rosato che sono veramente notevoli. Frutto ricco, bella freschezza.
Bibbiano: Chianti Classico 2018, Chianti Classico Vigna del Capannino 1999. Straordinario il ’99. I vini di Bibbiano del resto sono molto longevi.
Antonio Camillo: Tutti i giorni Bianco 2019, Vermentino 2019, Procanico 2018, Tutti i giorni Rosso 2019, Morellino di Scansano 2019, Ciliegiolo 2019, Ciliegiolo Vigna Vallerana Alta 2018. Azienda tra le più interessanti nella zone del Morellino, soprattutto il ‘19 è stato tra i migliori assaggi all’ anteprima Chianti Lovers.
Capannelle: Chardonnay 2016, Rosato 2019, Chianti Classico Riserva 2015. Azienda storica, da sempre con uno stile ben definito, non tradisce mai.
Caparsa: Rosato di Caparsa 2018, Rosso di Caparsa, Chianti Classico 2016, Chianti Classico Riserva Caparsino 2016 – 2015 – 2014, Chianti Classico Riserva Doccio a Matteo 2016 – 2015 – 2012. Vini fantastici, non ne perderei neanche uno: ogni vino ha la sua chiara identità.
Capezzana: Chardonnay 2019, Trebbiano 2018. Trebbiano è tra i bianchi più conosciuti sul territorio toscano e merita pienamente la sua fama. I rossi e il vinsanto li avevo descritti qualche giorno fa nell’articolo PrimAnteprima.
Castell’in Villa: Chianti Classico 2015. Fa parte delle mie top 10 della zona di chianti Classico ed è in vetta. Eleganza pura. Straordinario.
Castello di Ama: Al Poggio 2019, Purple Rose 2019, Il Chiuso 2018, Chianti Classico Ama 2018, Haiku 2017, Chianti Classico Gran Selezione San Lorenzo 2016, Chianti Classico Riserva Castello di Ama 2007, Chianti Classico Riserva Castello di Ama 2006. Azienda storica, vini di incredibile longevità. San Lorenzo è sempre stato il mio preferito.
Castello di Monsanto: Chardonnay Collezione 2018, Rosato 2018, Chianti Classico 2017, Chianti Classico Riserva 2016, Sangioveto Grosso Vigna Scanni 2016, Chianti Classico Gran Selezione Vigna Il Poggio 2015, Nemo Vigneto Il Mulino 2015, Chianti Classico Riserva Vigna Il Poggio 1968. Lo Chadonnay dell’azienda è sempre stato tra i migliori Chardonnay toscani. Mentre il Chianti Classico d’annata quest’anno all’Anteprima del Chianti Classico è stato uno dei tre migliori assaggi. Non potete perderlo in quanto è la massima espressione del territorio e della denominazione stessa. Ma la perfezione della bottiglia del ’68 è idescrivibile! Grazie Laura di questo magnifico regalo!
Contucci: Rosso di Montepulciano 2018, Vino Nobile di Montepulciano 2015, Vino Nobile di Montepulciano Mulinvecchio 2015, Vino Nobile di Montepulciano Pietra Rossa 2015, Vino Nobile di Montepulciano Palazzo Contucci 2015. Devo dire che osservare un azienda lavorare il Sangiovese in questo modo sul territorio di Montepulciano mi riempie il cuore di gioia. La zona è più penalizzata rispetto al Chianti Classico e, a parte qualche vino outsider, la zona per me rimaneva sempre in ombra. E’ un piacere trovare eleganza, franchezza e, soprattutto, una coerenza di stile che riesce a conferire ai suoi vini Andrea Contucci; che dire, Chapeau!
Corzano e Paterno: Il Corzanello bianco 2018, Chianti Terre di Corzano 2018, I Tre Borri 2016, Il Corzano 2016, Il Passito 2005. Non è da tanti anni che ho scoperto i vini di Corzano e Paterno, a differenza dei loro strepitosi formaggi unici nel loro genere. I vini sono molto ben fatti e sono curiosa di assaggiare due bottiglie del Corzano 1997 e 1999 che ho trovato nell’enoteca di un caro amico. Il feedback non mancherà.
Cuna di Federico Staderini: Cuna 2016, Brendino 2016, Sempremai 2014. Federico Staderini è un enologo formidabile e ha fatto parlare da molti anni del suo Pinot Nero Cuna. In anni, nei quali i Pinot Neri Toscani non li consideravo ancora, il suo era nella mia top list Toscana. Assolutamente da non perdere. Mentre riguardo al Sempremai voglio spendere due parole in più.
Sempremai, un vino che viene fatto in pochissime bottiglie, da 300 a 600, prodotto da un vitigno Ambrosine, che nasce dalla domesticazione di un uva selvatica, ha una maturazione tardiva, uva da chicchi piccoli, ricca di colore e tannini abbastanza ruvidi. Quindi è l’opposto del Pinot Nero, anche la sua vinificazione è assai differente. Viene diraspata completamente, pigiata con i piedi (esiste, non è solo uno storytelling) per favorire l’estrazione del colore che dura per 5 giorni; poi si svina e la fermentazione avviene nei vecchi barrique. Per completare il processo della sua maturazione ci vogliono almeno 3-4 anni. Adesso assaggiamo il 2014. Capirete certamente perché meritava essere raccontato, un vino unico.
Fattoi: Rosso di Montalcino 2018, Brunello di Montalcino 2015, Brunello di Montalcino 2013, Brunello di Montalcino 2012, Brunello di Montalcino Riserva 2012, Brunello di Montalcino 2012 in Magnum. L’azienda lavora in modo esemplare a Montalcino, grande coerenza, vini ben fatti.
Fattoria Ambra: Trebbiano di Toscana 2019, Barco Reale di Carmignano Vin Ruspo Rosato 2019, Carmignano Riserva Elzana 2016, Carmignano Riserva Montalbiolo 2016. Particolare attenzione va alla Riserva Elzana che spicca per eleganza. L’azienda usa prevalentemente il Sangiovese nel Carmignano e quindi i vini si connotano per un’impronta diversa dallo stile di altri Carmignano dove il Cabernet, che tra l’altro qui è autoctono, ha un ampio utilizzo.
Il Colombaio di Santa Chiara: Vernaccia di San Gimignano Selvabianca 2019, Vernaccia di San Gimignano Campo della Pieve 2017, Vernaccia di San Gimignano Riserva L’Albereta 2016, Chianti Colli Senesi Campale 2017, Vernaccia di San Gimignano Riserva L’Albereta 2014 in Magnum. L’azienda e il territorio che la circonda sono già stati decritti in un mio altro articolo su San Gimignano. Strepitosa Albereta del 2014. Vernacce molto longevi che nel tempo sviluppano profumi e sentori molto complessi.
Il Marroneto: Rosso di Montalcino Ignaccio 2017, Brunello di Montalcino 2015, Brunello di Montalcino Madonna delle Grazie 2015. Tra i migliori assaggi di Benvenuto Brunello e Terre di Toscana. Tutti parlano di Madonna delle Grazie, il meritevole successo di questo vino è incontenibile, ma Alessandro Moro sa che la sottoscritta è da tantissimi anni una delle più grandi fan e consumatrice dei suoi vini. Per me l’eleganza del suo Brunello “base” e del suo Rosso di Montalcino Ignaccio è imbattibile: li berrei a fiumi.
Il Palagio di Panzano: Aldemara 2019, Chianti Classico 2016, Chianti Classico Riserva 2015, Chianti Classico Gran Selezione Le Bambole 2015. Ottimi vini. La cosa incredibile è che nella zona di Panzano gli stili con quali lavorano produttori sono talmente diversi che risulta difficile capire qual sia lo stile caratterizzante. Eppure i più allenati il sapore che conferiscono quei terreni lo riconoscono subito.
Il Rio: Annita bianco 2018 Chardonnay, Pinot Nero, Sauvignon Blanc, Ventisei Pinot Nero 2016, Ventisei Pinot Nero 2013, Ventisei Pinot Nero 2010. Adoro i loro Pinot Neri, sono più esili ma molto complessi, non sembrano neanche toscani. Mi sono veramente divertita a fare questa verticale.
Istine: Rosato 2019, Chianti Classico 2017, Chianti Classico Vigna Cavarchione 2017, Chianti Classico Vigna Istine 2017, Chianti Classico Casanova dell’Aia 2017, Chianti Classico Riserva Levigne 2016, Chianti Classico Riserva Levigne 2013. Angela Fronti è donna dalla dolcezza e dal fascino incredibili, adori guardarla ed è stata bravissima negli anni attraverso il suo lavoro e le sue capacità comunicative a far parlare molto del suo vino. Successo meritato.
Fattoria di Magliano: Maremma Toscana Vermentino Pagliatura 2019, Maremma Toscana Ansonica Brissaia 2019, Morellino di Scansano Heba 2018. Quest’ultimo anche nella sua versione 2019 gioca molto sulla freschezza del frutto e bevibilità.
Fattoria Montellori: Montellori Pas Dosé Blanc des Blancs 2015, Trebbiano Viti di 60 anni 2018. Fantastico Pas Dosè Metodo Classico, secco pulito, complesso. Ormai affermatissima azienda sul territorio toscano, produce un altro più complesso Pas Dosè 60 mesi sui lieviti. Tra le aziende top per le bollicine sul territorio italiano e per il rapporto qualità prezzo batte molti Franciacorta e se la gioca alla pari con i diversi Trento DOC. Sono tra le più affezionate consumatrici.
Fattoria Selvapiana: Chianti Rufina 2017, Chianti Rufina Vigneto Erchi 2016, Chianti Rufina Vigneto Bucerchiale 2016, Pomino Villa di Petrognano 2015, Fornace 2015, Vin Santo del Chianti Rufina 2011. Vino molto elegante, tannino setoso. La cantina è ormai molto conosciuta ed affermata. Inoltre ho assaggiato entrambe le Riserve alla PrimAnteprima: Vigneto Bucerchiale e Vigneto Erchi ‘17, ben fatti, ancora troppo giovani con un tannino decisamente presente. Cambia molto la storia per entrambi nell’annata ’16, molto più equilibrati al momento.
Fontodi: Chianti Classico 2017, Chianti Classico Filetta di Lamole 2017, Chianti Classico Gran Selezione Vigna del Sorbo 2016, Flaccianello della Pieve 2016, Pinot Nero Case Via 2016, Syrah Case Via 2016. Mitici, da sempre ben fatti: ci sono poche parole da aggiungere.
Fortulla: Terratico di Bibbona Vermentino Serpentino 2019, Epatta 2019, Pelagico 2018, Fortulla 2015, Sorpasso 2014. Mi diverte troppo Pelagico con il suo Petit Manseng. Anche Rosato è da anni interessantissimo, peccato che abbiano abbandonato negli anni quella bellissima bottiglia dalla forma irregolare. Sono amante dell’estetica e ne ero innamorata. Di questi due vini anche.
La Cerbaiola – Salvioni: Rosso di Montalcino 2018, Brunello di Montalcino 2015. Vino di Salvioni è la storia, l’esempio, l’orgoglio di un territorio.
Le Macchiole: Paleo Bianco 2018, Bolgheri Rosso 2018, Paleo Rosso 2016, Scrio 2016, Messorio 2016. Parto dal fatto che Il Paleo, fatto dal 2000 se non erro con solo uve di Cabernet Franc, è tra top tre Toscane nelle mie preferenze. Se dovesse sceglierne uno solo: Paleo 2004. La perfezione! Elaganza qui non manca in nessun vino.
Le Potazzine: Rosso di Montalcino 2018, Brunello di Montalcino 2015. Adoro eleganza di questi vini. Come dico sempre: un grande vino si beve bene adesso e si presta bene per l’affinamento. La donna più affascinante di Montalcino (perdonatemi se ho mancato di attenzione verso qualcuno) da sempre è riuscita a farlo bene. Grande donna e grandi vini!
Le Ragnaie: Troncone 2017, Rosso di Montalcino 2017, Brunello di Montalcino 2015, Brunello di Montalcino VV 2015, Brunello di Montalcino Fornace 2015, Brunello di Montalcino Casanovina Montosoli 2015, Brunello di Montalcino Fornace 201 in Magnum. Riccardo Campinoti ha uno stile abbastanza riconoscibile, lavora verso eleganza e in modo veramente serio. Sono anni che è nel mirino della mia attenzione e rimane tra le mie aziende preferite del Montalcino.
Monteraponi: Chianti Classico 2018, Chianti Classico Riserva Il Campitello 2017, Baron’Ugo 2016, Baron’Ugo 2013 in Magnum. Nel mio top tre di Chianti Classico. Da anni. E per il Baron’Ugo ho un gran debole. Si sa ormai.
Montevertine: Pian del Ciampolo 2018, Montevertine 2017, Le Pergole Torte 2017. Stile da sempre differente, massima eleganza, assoluto outsider. Non ha bisogno di presentazioni. Semplicemente strepitosi.
Podere Il Carnasciale: Carnasciale 2017, Il Caberlot 2016. Caberlot, non è in blend di Cabernet e Merlot come il nome lo fa supporre. È un incrocio, da quel che mi risulta unico in Italia. Costa, viene prodotto in solo Magnum. E’ un vino di nicchia, divertente, complesso e ben fatto.
Rocca di Montegrossi: Rosato 2019, Chianti Classico 2018, Chianti Classico Gran Selezione Vigneto San Marcellino 2015, Geremia 2015, Vin Santo del Chianti Classico 2009. L’azienda già da tempo è passata alla produzione completamente biologica. Ottimo rapporto qualità prezzo. Da anni fanno un divertentissimo rosato che amo molto, Chianti Classico esemplare, San Marcellino ha bisogno del tempo, ma promette meravigliosamente bene.
San Giusto a Rentennano: Fuori Misura 2019, Chianti Classico 2018, Chianti Classico Riserva Le Baròncole 2017, Percarlo 2016, Vin San Giusto 2012, Merlot La Ricolma 2008 in Magnum. Bellissima azienda dove sono stata in visita pochi giorni fa e merita un articolo. A giorni su Sparkling Life.
Satta Michele: Bolgheri Bianco Costa di Giulia 2019, Giovin Re 2018, Bolgheri Rosso Michele Satta 2018. Michele Satta con il suo mitico Viogner “GiovinRe”, è stato un uomo che ha modificato il disciplinare. Un tornado di uomo, ha fatto la storia con questo vino e non manca mai tra i miei assaggi.
Sesti: Rosso di Montalcino 2018, Brunello di Montalcino 2015, Brunello di Montalcino Phenomena 2012 in Magnum. Amo molto lo stile elegante e beverino di quest’azienda. Ma Phenomena del 2012 ha decisamente bisogno di molto più tempo.
Tenuta Col d’Orcia: Sant’Antimo Pinot Grigio 2019, Sant’Antimo Chardonnay Ghiaie Bianche 2018, Rosso di Montalcino 2017, Brunello di Montalcino 2015, Moscadello di Montalcino Pascèna 2014, Brunello di Montalcino Riserva Poggia al Vento 2012, Brunello di Montalcino Riserva Poggia al Vento 2010, Brunello di Montalcino Riserva Poggia al Vento 2001. Potrei scrivere a giornate di Col d’Orcia. Mi limito a questo: tradizione, incredibile cantina con le annate storiche, Riserva Poggio al Vento nelle sue tre annate è stato un belissimo regalo. Dimenticatemi da loro in cantina, con il cavatappi…
Tenuta degli Dei: Chianti Classico Forcole 2017, Le Redini Tenuta degli Dei 2017, Cavalli Tenuta degli Dei 2015. Per 10 anni ho collaborato con azienda di Tommaso Cavalli, figlio di celebre stilista, che si occupa personalmente della produzione dei suoi vini. Merita un articolo a parte, del resto, dopo dieci anni non posso limitarmi a qualche frase.
Tenuta di Trinoro: Le Cupole 2017, Magnacosta 2017, Tenuta di Trinoro 2017, Palazzi 2016. Amo particolarmente Le Cupole per il suo frutto esplosivo e piacevole, anche se quest’annata è più complessa e più chiusa sul frutto.
Tenuta La Massa: La Massa 2017, Carla 2016, Giorgio Primo 2016. Ottima annata per il Giorgio Primo.
Terenzuola: Colli di Luni Vermentino Vigne Basse 2019, Colli di Luni Vermentino Fosso di Corsano 2018, Permano Vermentino Bianco 2017, Vermentino Nero 2018, Merla della Miniera 2016, Permano Vermentino Nero 2015, Colli di Luni Vermentino Fosso di Corsano 2015, Colli di Luni Vermentino Fosso di Corsano 2013. Incredibile come può evolversi il vermentino. Assaggiare questi vini da giovani, certo molto piacevoli, è però uno spreco, che solo dopo aver assaggiato dopo qualche anno di bottiglia di vermentino Fosso di Corsano puoi capire. Fantastico il tris di Fosso che, se avessi lo spazio, terrei ogni anno da parte con tutte quelle meravigliose bottiglie renane di Fosso di Corzano per apprezzarne la sua meraviglia nel corso degli anni. Poesia nel bicchiere.
Tenuta di Carleone: Meticcio 2018, Il Guercio 2018, Chianti Classico 2017, Uno 2017. Vini scoperti da poco, veramente ben fatti, nel massimo rispetto del Sangiovese. Mi pace anche il packaging, eleganza in ogni dettaglio, riferendomi anche al vino.
Mentre nell’angolo gastronomico erano presenti le mie due aziende preferite:
Tortepistocchi: azienda che produce il cioccolato artigianale d’eccellenza, diventata famosissima per la produzione delle torte al cioccolato. Mi sono sempre chiesta come sia possibile che non usando né farina, né uova, né burro siano cosi buone?! La Vegan addirittura neanche lo zucchero. Il cioccolato puro. Per chi non lo avesse mai assaggiato è un Must Try, fatelo!
E poi fantastici formaggi di Corzano e Paterno (azienda è presente alla manifestazione anche con i vini), tra i migliori in Italia, con una produzione molto limitata, visto che viene lavorato solamente il latte delle loro pecore. Adoro Buccia di Rospo, un fomaggio che cambia costantemente, e mi piacciono molto gli stagionati e il Blu. Ma qui ogni formaggio è un capolavoro.
Entrambe queste aziende sono presenti sulla nostra piattaforma e.commerce Tooscans, specializzata in prodotti toscani di altissima qualità, e della loro presenza sono onorata e orgogliosa.
Ho scoperto anche un produttore di farine di Castagne dell’Alta Versilia, Sotto la Loggia, l’eccellenza che a giorni integrerò sulla piattaforma e andrà ad allargare la nostra famiglia “Tooscans”.